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Il Santuario

L’antico Santuario: tesoro di architettura, scrigno di storia e di fede

Santuario - Facciata

Il tempio mariano è un monumento antico di grande significato e valore. Esso domina e caratterizza il paesaggio costituito dal Borgo e dall'area circostante. Si staglia sul complesso acquatico della Valle del Mincio, sistema naturalistico di grande rilievo e di una certa rarità per le sue caratteristiche: ne adorna il paesaggio. Dall'altro lato, è punto di riferimento per le visioni da terra e costituisce un avamposto, un contrappunto rinascimentale, immerso nell'ampio paesaggio planiziale, al complesso architettonico della città di Mantova.

Riportiamo qui di seguito una breve narrazione dei pregi storici ed architettonici detenuti dal Santuario delle Grazie.

Il Santuario della Beata Vergine delle Grazie è di stile gotico-lombardo, con ampia volta che copre una sola navata, soggetta a rimaneggiamenti nel sedicesimo secolo. Il visitatore è accolto all'esterno da un elegante e sobrio porticato, che impreziosisce la facciata insieme a tre caratteristici pinnacoli posti nella parte più alta.
Il loggiato ospita quindici affreschi, cha narrano episodi della storia della città, legati a miracoli o a criticità risolte, secondo la tradizione o la fede, grazie ad intervento divino. Tutte le relative lunette, risalenti alla fine del Cinquecento, contengono l'immagine della Madonna.
Entrando, la prima cappella sulla destra ospita il Mausoleo di Baldassarre Castiglioni, opera di Giulio Romano.
Per il resto, superata questa nota architettonica classica, l'estetica è fortemente caratterizzata da una particolarissima impalcata lignea che ricopre la parte mediana delle pareti. Essa ospita, in una sequenza di nicchie, 53 statue polimateriche, ispirate a personaggi e temi della tradizione e della fantasia popolare. Molte di esse sono in cartapesta, parecchie spogliate di abiti e oggetti preziosi durante il saccheggio di Napoleone. Completa questo quadro, certamente caratteristico, la presenza di un coccodrillo mummificato, sospeso sulla parte iniziale e centrale della navata.

Un coccodrillo in Chiesa

Si tratta di un vero e proprio coccodrillo, non un modellino, in tutta la sua interezza che è stato aggiunto nella chiesa nel XV o XVI secolo e che è stato da poco oggetto di restauro. Questa non è l'unica chiesa in cui si può trovare una simile stranezza, anche nella chiesa di Santa Maria delle Vergini a Macerata infatti si può trovare un coccodrillo appeso, probabile dono dei maceratesi tornati dalle Crociate.
Nell'antichità venivano viste con promiscuità le figure di draghi, coccodrilli o serpi e spesso, in epoca cristiana, venivano associate al male, considerate personificazioni terrene del diavolo, animali che inducono al peccato.
La collocazione di questi animali nelle chiese ha quindi un forte significato simbolico, come furono nelle chiese medievali l'ubicazione di fossili preistorici, quindi, incatenare l'animale in alto, nella volta della chiesa vuol dire renderlo innocuo, bloccare il male che rappresenta e nello stesso tempo esporre un monito concreto per i fedeli contro l'umana predisposizione all'errore.
Legati al coccodrillo “delle Grazie” e alla sua derivazione sono nate diverse leggende e teorie, c'è chi riporta la sua fuga da uno zoo esotico privato di casa Gonzaga, chi ha elaborato racconti più vicini alla natura miracolosa dell'evento: due fratelli barcaioli stavano riposando sulla sponda del fiume, a un tratto uno dei due venne assalito dal coccodrillo. L'altro, chiedendo l'intercessione divina, si armò di coltello e riuscì a uccidere il predatore. Sono stati ipotizzati anche altri significati e collegamenti (anche tra altre strutture architettoniche – simbolismi presenti nella chiesa e i versetti sull'Apocalisse) ben più elaborati si pensano riconducibili ai Francescani Minori Osservanti (guardiani della chiesa proprio durante il secolo in cui venne esposta la reliquia del coccodrillo) e all'alchimia medievale che attuavano.

Santuario - interno Coccodrillo

 

Le origini del Santuario

Le origini del Santuario risalgono circa all'anno Mille. In quel luogo venne eretto, dagli abitanti di un piccolo antico borgo di pescatori, un capitello al cui interno fu posta una tavola della Vergine con il Bambino.
Essi si addentravano nella grande zona paludosa lì formata dal fiume Mincio per procurarsi il cibo, allora costituito da pesci ed uccelli selvatici. Erano devoti alla Madonna, alla quale chiedevano "grazie" per la loro sopravvivenza e sussistenza. La tradizione popolare ben presto iniziò a diffondere la notizia di avvenuti miracoli. Questo fatto generò l'afflusso di pellegrini, per cui venne decisa la costruzione di un oratorio affidato alla gestione di frati francescani. Iniziò così a diffondersi sempre più il culto della "Madonna delle Grazie".
Probabilmente ispirato da questa tradizione (o da questo fenomeno devozionale), fu proprio in quel luogo che Francesco Gonzaga, Duca di Mantova, fece erigere, nel 1399, un'importante basilica quale ex-voto di ringraziamento alla Madonna per la cessazione di una devastante peste che imperversò sul Ducato, provocando tantissime vittime. Egli affidò la realizzazione, con il costo allora importante di 30.000 scudi d'oro, al famoso architetto Bartolino da Novara (lo stesso che progettò il Castello di S.Giorgio in Mantova). Ancora oggi è conservata un'iscrizione che racconta quale fu il motivo originale per la costruzione del Santuario.

Santuario -interno

Il nuovo tempio cristiano fu consacrato il 15 agosto 1406, festa dell'Assunta, dal Vescovo Nicolò Tinti, proveniente da Cremona, alla presenza di Francesco Gonzaga, del vescovo di Mantova Antonio degli Uberti e di Giovanni Zambotti, mantovano d'origine, patriarca di Grado e massima autorità spirituale di Venezia.
Nei tre secoli successivi il Santuario venne arricchito sia dal punto di vista architettonico che artistico con l'aggiunta di un lungo porticato posto davanti alla facciata, di una importante piazza a fungere da sagrato, di dieci nuove cappelle laterali, di un grande altare e di una nuova grande sagrestia. Venne anche realizzato l'abside, vennero affrescate le volte e venne realizzata un'originale impalcata votiva. Fu costruito anche un nuovo convento dotato di 4 chiostri e una cinquantina di celle. Tutto il complesso si staglia, oggi come allora, su una straordinaria terrazza panoramica affacciata su un'imponente ansa del fiume Mincio (le cosidette "Valli").
Il XVIII secolo segnò un momento difficile per la vita del Santuario, a causa di varie vicissitudini socio-politiche. L'imperatore d'Austria Giuseppe II soppresse il convento e i Francesi cacciarono i francescani lì rimasti a custodirlo, attuando un drammatico saccheggio di molti oggetti preziosi accumulati in tre secoli di visite devozionali da parte di Signori e di Regnanti che raggiungevano il Santuario per rendere omaggio alla Madonna. Successivamente, un'altra vicenda che procurò danni al Santuario fu il verificarsi, nei pressi, di fatti cruenti della vicenda risorgimentale, quali la battaglia di Montanara e Curtatone del 1848.
Nel 1855 il Vescovo Giovanni Corti ridette vita alle attività celebrative presso il Santuario, che inizio a rianimarsi con l'avvento dei pellegrini.
Nel 1882 il Vescovo Giuseppe Sarto, divenuto poi Papa Pio X nonché riconosciuto Santo, riaffidò il Santuario ai frati francescani. E fu proprio dal soglio pontificio che, nel 1907, attestò il Santuario della Madonna delle Grazie al titolo di "basilica minore".
Dal 1905 al 1935 la Basilica fu condotta dai frati passionisti, fino a quando il Vescovo Domenico Menna la affidò al clero diocesano, essendo quello il principale Santuario della Diocesi.
Durante il suo mandato l'immagine della Madonna col Bambino fu riposta sull'altare centrale dalla cappella in cui si trovava e furono fatti importanti restauri.

Nel Giugno del 1991 il Santuario fu importante meta della Visita Apostolica di Papa Giovanni Paolo II alla Diocesi di Mantova.

Dal 1973 il Santuario fa da vigile e suggestivo custode all'Incontro nazionale dei Madonnari, artisti del gessetto che disegnano, nel corso della notte tra il 14 e il 15 Agosto, in occasione della Festa dell'Assunta, immagini legate ai temi sacri della tradizione cristiana e del Santuario.
Attualmente, la Basilica è tornata ad essere importante metà di pellegrinaggi e luogo di devozione, particolarmente frequentato durante il mese di maggio ma, in generale, nel corso dell'anno intero.

Santuario -interno

Foto: Gian Maria Pontiroli

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